LA
REGINA
Sullo
sgabello del bar quando è estate
Lei
seduta con le gambe accavallate
E
la guardo e fisso a più non posso
Le
sue labbra e il suo Martini rosso
C’è
chi dice che fa la maestrina,
la
maestrina giù in città al corso serale
c’è
chi pensa che invece faccia il turno,
il
turno di notte all’ospedale
di
sicuro si sa che manda sempre i soldi a casa
con
un vaglia postale
di
sicuro si sa che è arrivata da Palermo,
da
Palermo con la nave
La
Regina, con la sua vita di donna
e
i suoi sogni di bambina
persa
fra l’isola e il continente
come
l’acqua sullo stretto di Messina
Si
fa guardare quando balla
Quando
balla alla festa del paese
E
sa come muovere i fianchi con quel vestito
Quel
vestito a fiori bianchi
E
sa ballare, si toglie anche le scarpe
Con
le gambe bene in vista e in sintonia
E
le mogli al bordo della pista
che
muoiono d’invidia o gelosia
La
Regina, con la sua vita di donna
e
i suoi sogni di bambina
persa
fra l’isola e il continente
come
l’acqua sullo stretto di Messina
di
sicuro si sa che manda sempre i soldi a casa
con
un vaglia postale
di
sicuro si sa che è arrivata da Palermo,
da
Palermo con la nave
Ma
si dice che qualcuno l’abbia vista
in
più di un’occasione
con
un filo di nero che rigava il suo viso
con
le spalle appoggiate al portone
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